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Il 28enne, dalla cella della sezione protetti del carcere di Torre del Gallo di Pavia, chiede in continuazione della bambina di 9 mesi che sabato scorso ha picchiato fin quasi ad ucciderla. L’avvocato: «sconvolto» e «pentito»
Riflettori su Casarile, meno di 4 mila abitanti, per un tentato infanticidio che permea i discorsi e scuote le coscienze. Le troupe televisive generano capannelli di curiosi, i più giovani ne subiscono il fascino e non lesinano dettagli: indicano il quarto piano del palazzo dove una bimba di nove mesi, sabato scorso, sarebbe stata percossa dal patrigno Mario Franchini, 28 anni, mentre la sua compagna (madre della piccola) si trovava al lavoro e tentava invano di contattarlo. Quindi l’arrivo in casa della nonna materna , allertata dalla figlia, e la scoperta dei traumi sul corpicino con immediata chiamata al 118 intorno alle 18.30.
«Ma anche lei, la nonna, ha confermato ai sanitari che la nipote era caduta dal fasciatoio — ricorda un residente del condominio testimone del dialogo —. Non accusava Franchini di averle fatto del male, forse in un primo momento ha creduto alla sua versione. Lui non lo conosco, abita qui da 4-5 mesi, posso dire di averlo visto fumare spesso marijuana sul terrazzo , l’odore era inconfondibile».
Il ragazzo sembrava ben inserito nel nucleo famigliare, come riconosciuto da don Riccardo, parroco a Casarile: «Il 17 settembre c’è stato il battesimo della bimba , era presente anche Franchini, ho percepito affiatamento». Sebbene la piccola sia stata dichiarata fuori pericolo dall’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, i parenti preferiscono non esporsi, ancora sotto shock ma sicuramente più sollevati. L’uomo, che ha confessato di essere l’autore delle violenze, chiede in continuazione della creatura dalla sezione protetti del carcere di Torre del Gallo di Pavia.
Il suo difensore, l’avvocato Maria Teresa Gobba, lo ha incontrato dopo l’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di San Pietro in Ciel d’Oro, giudicandolo «sconvolto» e «pentito» . Termini forse stridenti alla luce di quanto successo sabato 1° ottobre nell’appartamento al quarto piano della palazzina di Casarile: un gesto apparentemente inspiegabile, come lo ha definito lui stesso. «Non ero io. Non me lo so spiegare », avrebbe risposto agli inquirenti. «È molto preoccupato per le condizioni di salute della piccola con la quale aveva davvero un legame affettivo — ha riportato il legale —. È angosciato, non tanto per le conseguenze penali nei suoi confronti, ma per la bambina che fortunatamente è fuori pericolo ».
Una vita banale, quella di Franchini, così è stata descritta. Lavorava come muratore ma ora era in cassa integrazione in attesa di essere richiamato . Pochi amici, qualche uscita, nulla più. Da marzo aveva una relazione con Arianna, con la quale era andato a convivere. Non lo conosceva nessuno in paese, neppure i vicini di casa della ragazza che lo avevano visto soltanto qualche volta sul balcone, o al portone. Gli sguardi di chi vive in quei palazzi si incrociano ai giardinetti condominiali. Non si parla d’altro. «Siamo senza parole — ripetono —. Accanirsi su una bambina che era parte della famiglia, e che solo poche settimane fa è stata battezzata tra la gioia dei parenti».
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