Io Racconto: “U.S.” di Diego Cabras – S&H Magazine

2022-10-16 08:45:55 By : Mr. Tianrui ZS

Bentrovati amici lettori, questa settimana per la nostra rubrica #ioraccontoaSH ho deciso di proporvi un racconto ironico e provocatorio, scritto da un autore che, come pochi, riesce a creare una storia da un dettaglio.

Lui si chiama Diego Cabras, classe 1975, la sua passione per i cavalli e il mare lo hanno portato in giro per il mondo come istruttore subacqueo, adesso è il proprietario di un B&B a Firenze dove vive con la sua famiglia.

Ha scritto numerosi racconti, uno pubblicato anche su queste pagine, “Brum Brum”. La sua ultima fatica letteraria è “Carmencita. Questione di punti di vista”, un romanzo piacevole e sorprendente, edito quest’anno da Bookabook.

Se volete potete seguirlo sulla sua pagina Instagram @diego.cabras, dove condivide la sua passione per la lettura. Per la lettura vi lascio una colonna sonora molto attuale che secondo me è azzeccatissima, Beggin’, la cover dei Four Seasons con la quale i Maneskin hanno conquistato le classifiche internazionali.

Era da almeno una settimana che erano rinchiuse là dentro al buio tutte strette-strette le une alla altre, forse anche da più tempo ancora.

Avevano viaggiato; ricordava benissimo tutti i movimenti dello scatolone, nonché il rumore e le vibrazioni del camion che aveva trasportato lei e le sue innumerevoli sorelle chissà dove. Ora erano state tolte dall’imballo e, sebbene non potesse vedere ancora niente, sapeva che erano state messe nell’espositore.

È strana la vita di una sigaretta: si nasce rollando e poi si passa quasi tutta la vita al buio, appiccicata alle tue compagne, in attesa che succeda qualcosa… e quando quel qualcosa succede, si muore bruciando!

Uno potrebbe pensare che Lei fosse triste o terrorizzata da una simile prospettiva, e invece era impaziente, non vedeva l’ora che il suo pacchetto venisse acquistato ed aperto per scoprire per chi si sarebbe consumata.

Il momento era giunto; sentì che venivano prese dallo scaffale e posate in orizzontale su un piano, poi prese in mano da qualcuno. Il loro destino ormai era segnato e Lei cominciò a friggere di curiosità cercando di indovinare se fossero diventate di un uomo o di una donna: sarebbero state fumate per strada e poi schiacciate sotto una suola o sarebbero state gustate con calma in un salotto elegante per finire la propria vita in un prezioso posacenere di marmo?

Dopo pochi istanti il primo quesito trovò subito risposta; sentì il cellophane intorno al pacchetto che veniva rotto e all’improvviso la cima del pacchetto si aprì lasciando entrare con violenza il sole accecante di una mattinata estiva. Per un attimo vide tutto bianco (era inevitabile dopo tutto il tempo passato lì al buio), poi piano piano le apparve il volto del suo nuovo padrone che scrutava all’interno. Neanche nei suoi sogni migliori avrebbe potuto immaginare un volto più bello: capelli tra il castano e il biondo con un bel ciuffo mosso su un viso abbronzato di poco più di vent’anni, una corta barba curata ad incorniciare una bocca straordinariamente sensuale. Il viso del ragazzo si aprì in un sorriso bianchissimo e splendente e Lei seppe all’istante di essersi innamorata.

Desiderò di essere presa immediatamente e di bruciare tra quelle labbra, ma dovette subire la delusione di vedere che un’altra delle sue sorelle veniva estratta dal pacchetto per essere fumata.

Poco male, d’altronde era nella terza fila, quella parzialmente nascosta dalla stagnola, e quindi sarebbe stato ben difficile che venisse scelta per prima; si impose pazienza in attesa di finire tra le sue mani… non ci sarebbe voluto poi molto!

E invece la giornata fu una delusione continua: le ore passarono guardando le sue compagne che una ad una sparivano tra quelle mani forti per venir fumate da quel giovane uomo dalla voce calda e sexy. Lei rimase buona-buona e sempre più comoda nel pacchetto mentre lui andava al lavoro, mentre beveva qualcosa al bar e quando chiacchierava con gli amici, aspettando sempre più impaziente e cercando di superare ogni volta la delusione.

Verso l’ora di cena erano state abbandonate aperte sul suo comodino e Lei lo vide prepararsi per uscire fuori: elegantissimo e più bello che mai con quella camicia bianca appena aperta sul petto a mostrare l’abbronzatura. Credette poi di svenire di eccitazione quando le prese e, mettendosele nel taschino della giacca, sentì il suo profumo di dopobarba da uomo.

Il ragazzo andò in auto a prendere una donna e insieme si recarono al ristorante; la cena durò a lungo e Lei, sapendo che nel pacchetto erano rimaste in due, pregustava già il momento in cui sarebbe stata presa e finalmente, dopo una giornata che era sembrata un’agonia, si sarebbe consumata tra le sue dita, trasformandosi in volute di fumo che sarebbero entrate dentro di lui per poi uscirne a formare bellissimi disegni nella luce di un lampione nel buio.

Esiste un modo più bello di morire?

Finalmente la cena finì e i due uscirono dal locale; Lei non stava più nella pelle e non aspettava altro che ritrovarsi sola col suo proprietario, finalmente sua.

L’auto fermò in un parco e il ragazzo, aperti i finestrini, si mise a chiacchierare con la donna e dopo un po’ (orrore!) le offrì da fumare.

Il pacchetto venne aperto per l’ennesima volta e Lei, tremando di paura, aspettò sperando, anzi desiderando con tutto il cuore, che la ragazza scegliesse la sua unica compagna rimasta, che scoprì di odiare con tutto il cuore.

“Scegli lei, scegli lei!!” Avrebbe voluto urlare di rabbia e di paura, ma rimase letteralmente paralizzata quando due dita dallo smalto rosso la presero e la estrassero, portandola fino ad un paio di labbra sporche di rossetto.

Nessuno dei suoi desideri venne realizzato: aveva sognato di essere fumata in silenzio, con piacere evidente, gustata fino in fondo da lui e guardandolo sorridere da solo tra una boccata e l’altra.

Una sorte maligna e beffarda la costrinse a consumarsi distrattamente tra mille chiacchiere, col filtro macchiato di rosso, da una persona evidentemente per nulla interessata a godere di Lei.

Venne gettata, ultimo e definitivo oltraggio, ancora non finita in una pozzanghera, dove sfrigolò un attimo, delusa e morente.

Ti piace scrivere? Hai un racconto nel cassetto? Inviacelo a aurora.redville@shmag.it. I migliori saranno pubblicati in questa rubrica

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