20 trattorie essenziali a Firenze per mangiare di gusto spendendo il giusto

2022-10-09 16:38:19 By : Mr. minfeng chen

Le 20 migliori trattorie di Firenze divise per quartieri con indirizzo, telefono, prezzo medio e premio si mangia bene e si spende poco

venerdì, 4 Febbraio 2022 di Nico Cristiani

Trattorie, un caos (apparentemente) calmo a Firenze.

Tra ristoranti che fanno il bis con un nuovo locale, altri che si spostano, si ripiazzano, si rilanciano, altri ancora che chiudono, aprono, riaprono o forse riapriranno. 

Le trattorie di Firenze sono un porto sicuro, dal mattino alla sera, rumorose, odorose di sughi e ciccia. Comunque vitali.

Per trovarle andrete a Santa Maria Novella, a San Frediano o a San Niccolò, mentre in centro dovrete fare attenzione alle fregature.

La cucina è consueta in questi locali, a volte centenari, dove si mangia bene con 30/35 euro (in media).

I piatti tipici della cucina fiorentina ci sono sempre: ribollita, trippa, lampredotto, ovviamente la bistecca alla fiorentina: con l’osso, alta almeno tre dita e servita rigorosamente al sangue.

Ma alcuni ristoranti di questa lista hanno anime diverse, tovaglie, storie e conti diversi. Eppure posseggono un tratto comune, lo spirito della trattoria.

Dopo le 32 trattorie essenziali di Roma oggi si va a Firenze con le 20 migliori trattorie della città suddivise per quartieri, dal centro fino a Via Senese o Pistoiese.

Un guida anticonformista dove trovate indirizzi, numeri di telefono, menu, prezzi medi e indicazioni del migliore rapporto qualità prezzo.

Perché mangiare di gusto spendendo il giusto è il mantra per gli amanti del buon cibo che hanno eletto Firenze a loro città ideale. 

Il menu di questa lillipuziana osteria in Piazza Tasso, progettata come un vero tram non potrebbe essere più semplice.

Sedete tra la gente del posto, bevete il vino della casa e scegliete tra i piatti del giorno indicati sulla lavagna, vari e gustosi, che fanno dimenticare l’angustia dell’ambiente.

La cucina, fiorentina, lascia largo spazio ai secondi: lampredotto bollito con salsa verde (9 €), lesso rifatto (13 €), cervello fritto con fiori (14 €) sono alcuni dei piatti più richiesti. 

Locale aperto nel 1950 in un ex convento del XVI secolo con famiglie di prosciutti che penzolano dal soffitto, frammenti di stalla e ghirlande di aglio.

L’ambiente è familiare, si mangia seduti sulle panche, i bicchieri sono quelli bassi e robusti.

Il menu cambia spesso, come sanno i tanti fiorentini DOC che frequentano il posto per la cucina semplice e saporita, ma non mancano mai i classici toscani.

Ci sono le tagliatelle ai funghi porcini (12 €), c’è il pollo fritto con fiori di zucca fritti (18 €), ci sono i cantucci col Vin Santo (6 €). Oltre a una varietà di piatti che mantiene una bontà media considerevole. 

Ambiente sobriamente rustico, al primo impatto si presenta come la solita trattoria toscana.

Dal menù, però, s’intuisce che la cucina di questo locale a gestione familiare in San Frediano ha una marcia in più.

Per esempio con i maltagliati con fiori di zucca e gamberi (12 €) o con il filetto di manzo con patè di fegato al Vin santo (20 €).

Preso d’assalto dai clienti fiorentini, nel piatto serve le carni tradizionali spogliate dal peso del tempo, ma sono buone anche le pietanze a base di pesce. Di livello la carta dei vini.

Da Burde si mangia da più di cent’anni. Si mangia una bistecca alla fiorentina (chianina 55 € al kg) che la puoi tagliare con lo sguardo. Che la puoi masticare con gli occhi, da quanto è morbida.

Dal 1901 Da Burde è un luna park gastronomico, una montagna russa generazionale oggi riconosciuta da Slow Food e portata ai fornelli da Paolo Gori.

I crostini toscani dell’antipasto toscano (8,50 €) hanno il fegato tagliato grosso che sembra burro, e poi la farinata di cavolo nero e la carabaccia (entrambe 8,50 €), la pasta al pollo scappato (8,50 €), la francesina (14,50 €).

Andrea, invece, sceglie i vini. È un cacciatore di rossi, bianchi e champagne. Li cerca, li bracca e cattura. Poi li consiglia, abbinandoli a ogni portata con la stessa millimetrica inventiva di un miniaturista.

Il nome è dovuto al fatto che negli anni ’50 il posto fosse in mano a un certo Corrado, persona dall’igiene molto dubbia, noto a tutti come “coco lezzone”.

Trattoria famosa e affollata –ma il servizio è velocissimo– con le pareti rivestite in piastrelle bianche adornate da fotografie di clienti vip (Carlo d’Inghilterra).

La cucina bada all’essenziale, i piatti toscani sono confezionati con mestiere e sempre di buon livello.

Alcuni di questi (ribollita, braciola, fagioli piattellini, cantucci) fanno parte del menu degustazione, dal buon rapporto qualità prezzo. 28 € compresi 1/4 di Chianti della casa e 1/2 l di acqua.

Da Sostanza tutto è immobile da molto tempo.

Viene da dire da quando la trattoria ha aperto battenti, Anno Domini 1869, con le stesse mattonelle di ceramica bianca, gli stessi tavoloni di legno scuro, lo stesso tipo di cucina.

La gente viene principalmente per la bistecca (ne vale la pena, nonostante i 50 € al chilo), ma spesso ci si imbatte nei fiorentini che chiedono il piatto più degno del nome con cui tutti conoscono il locale, il Troia, i veraci, grossolani ma squisiti petti di pollo al burro (20 €).

Il vecchio Campolmi, primo cuoco, veniva soprannominato “troiaio’ perché aveva sempre le mani sporche di sughi e intingoli.

E, se dalla cucina escono gradevoli pasticci, il pollo al burro è certamente il miglior “troiaio” della trattoria. 

Ambiente intimo dai soffitti bassi con un cortile sul retro pieno di piante e grande disponibilità di coperti.

L’arredo prevede legni alle pareti, prosciutti appesi, grandi scatole gialle di acciughe e tavoli di legno. Già sulla soglia viene voglia di scrutare meglio e di accomodarsi al tavolo.

Fanno delle ottime bistecche alla fiorentina (26 €) con una particolare carne di vacche femmine irlandesi che vengono tenute a frollare altri 20 giorni all’interno del ristorante dopo il loro arrivo.

Si fa largo uso di spinaci (spinacino baby con pecorino, 11 €, o con il carpaccio di arista, 13,50 €).

Ottimi per cominciare, in qualunque stagione dell’anno, i rigatoni nella zuppiera, conditi con mozzarella di bufala fresca e pomodori cotti.

Che è impossibile dire di aver mangiato la vera fiorentina finché non si varca la soglia di questo ristorante al piano terra di palazzo Rucellai, un’istituzione in fatto di bistecca, lo leggiamo in tutte le guide da decenni.

In genere aggiungono che questa trattoria è un monumento, il migliore per penetrare la sfuggente e nobile anima popolare di Firenze.

Se in nome dei crostini di fegato (5 €) e delle carni al sangue (bistecca alla fiorentina nel filetto, 60 € al kg) non vi spaventa l’idea di frequentare uno dei posti più affollati della città, molto amato dai turisti, beh, provateci.

Ma guardatevi dal vino della casa.

Cucina toscana e vini locali in una caratteristica “buca” fiorentina, nelle cantine di palazzo Niccolini, pieno centro storico, attiva dal 1886.

Sala ampia, atmosfera un po’ rarefatta e solenne, prezzi superiori alla media: i fiorentini ci vanno quando vogliono fare bella figura.

È molto appetitoso l’antipasto toscano con i crostini (18 €), la bistecca (42 €) e le carni alla griglia sono famose, ma per chi preferisce il pesce è da provare il baccalà alla livornese (30 €). 

La piccola e affollata trattoria è la versione informale e low cost dell’istituzione cittadina Cibreo, creatura di Fabio Picchi, sempre nei pressi del Mercatino di Sant’Ambrogio, con cui condivide la cucina.

Non a caso per i fiorentini è il “Cibreino”.

Ambiente semplice e ottime interpretazioni dei classici toscani, come la guancia di manzo in francesina (18 €) e il lampredotto in umido con patate (14 €).

Da bere si sceglie tra vini di qualità e birre artigianali.

Una moderna osteria accanto al mercato di Sant’Ambrogio, nuovo Bib Gourmand della Guida Michelin (ristoranti con il rapporto qualità prezzo più vantaggioso), che nei piatti come le tagliatelle al ragù di lepre (13 €), mette fantasia e talento.

Oltre a pietanze non solo e non sempre toscane come lo spettacolare piccione rosolato con millefoglie di patate viola (22 €) o le specialità di carne provenienti dalla griglia, dal galletto (16 €) alla bistecca alla fiorentina (52 € al kg).

Non fatevi ingannare dall’arredo anni 70. Cafaggi, dal 1922 vicino a San Marco, propone una tra le migliori cucine del centro storico fiorentino.

Carne e pesce scelti ogni mattina di buon’ora, in base a freschezza e disponibilità.

Da assaggiare gli gnudi di cavolo nero fatti a mano, qui chiamati “Ignudi” (9 €): una prelibatezza.

Ottimo il peposo “alla fornacina” servito su un crostone (13 €) ma non si sbaglia con tutta la carne. Se preferite il pesce provate il baccalà fritto con gli spettacolari carciofi, fritti pure quelli (16 €). 

Plurinominata, pluridecorata, pluripremiata è una delle osterie più famose del globo.

Mario è una stanza minuta in cui gli avventori si pigiano gomito a gomito e si trova a due passi dal Mercato centrale. “Chi ha finito si alzi, per favore, per dare il posto ad altri”: è quanto vi sentirete dire con molto garbo una volta finito di mangiare.

Costa du’ lire, cioè così poco che a volte bisogna rileggere il menù per crederci.

Non accetta carte di credito, non accetta prenotazioni, ha le piastrelle bianche ai muri, e una serie di tovagliette scritte a mano appiccate qui e lì.

“L’osso della bistecca si ciuccia con le mani!!!”, “Noi i’ congelatore non ci s’ha, e non s’adopra la panna!”.

Anche il menù è scritto a mano, e scarabocchiato via via che i piatti finiscono e cioè abbastanza presto perché i piatti, da Mario, sono buoni a partire dalla ribollita.

Una ribollita dalla fragranza aliena (7 €), sino ad arrivare alla bistecca, alla piastra, poco costosa e al sangue (40 € nella costata, 30 € nel filetto) naturalmente, come ricorda un cartello all’entrata.

“È vietato chiedere la bistecca alla fiorentina cotta bene!!!”.

Il nome si riferisce all’azienda agricola di proprietà da dove arriva buona parte dei prodotti che compongono il menu. L’ambientazione è intima e magica, rurale ma raffinata.

Tra i pochi coperti a disposizione girano piatti tipici della cucina contadina toscana confezionati con infinita cura.

Dai crostini con i fegatini mantecati al Vin Santo (7 €) agli gnudi di ricotta fresca e spinaci fatti in casa con pomodoro e ricotta salata (13 €).

Nel menu anche ottimi piatti di pesce, da provare gli spaghetti alla chitarra fatti in casa con baccalà, pomodori secchi, olive e pistacchi di Stigliano (13 €). 

A pranzo è superaffollato da una clientela composta di fiorentini che lavorano in zona, turisti e stranieri (quando c’erano).

Tuttavia, malgrado il caos imperante, è questa l’ora consigliata per godersi una trattoria unica nel suo genere.

Nonostante i ritmi sincopati, la cucina lavora bene e i classici piatti toscani come i tortelli mugellani (7,40 €) sono molto gradevoli, grazie alla qualità della materia prima e al consumato mestiere della brigata in cucina.

Una formula originale per mangiare bene e togliersi qualche sfizio è quella di Zeb, che sta per zuppa e bollito, una gastronomia moderna ma accogliente tra legno, sgabelli e luci calde.

Per chi vuole il take away, oltre ai prodotti di gastronomia, ci si porta via anche i piatti del giorno, ma è davvero molto meglio mangiarli li.

Ci si siede intorno al bancone, si scelgono le pietanze scritte sulla lavagna o adagiate dietro la vetrina e poi si abbina un bicchiere di vino.

I prezzi sono medio-alti, per essere una gastronomia, ma la  qualità è notevole. Quindi, il rapporto è positivo. Infatti è un ristorante Bib Gourmand della Guida Michelin.

Ottime le polpette (12 €), ma assolutamente da provare i bolliti (14 €). I cappellacci con il tartufo fresco (18 €) o i ragù sono eccezionali (12 €), i dolci scopriteli voi.

Ricordate che siete sempre in un negozio di alimentari e, allora, occhio agli orari e ai giorni di chiusura.

17. Osteria Antica Mescita San Niccolò

Le mattonelle bianche ai muri, le bottiglie di vino sulle mensole, i tavoli in legno con il piano in marmo e il servizio attento e familiare vi mettono già di buon umore.

Se poi ordinate le zuppe toscane (pasta e fagioli alla vecchia maniera, 9 €) e una bistecchina di pollo al mattone passata per la griglia (12 €), avrete stomaco pieno e palato soddisfatto.

Che cosa chiedere di più? Ah, il conto: leggero, a differenza del cibo.

Perché bisogna dirlo, in questa trattoria superba è salito il colesterolo a generazioni di fiorentini. 

Trattoria a gestione familiare, sempre affollata perché poco pretenziosa nonché una delle più economiche di Firenze.

I crostini toscani (6 €) sono quelli toscani che fanno le nonne: senza fronzoli, e “mòviti che poi c’è da mangiare il rosbiffe”. E il rosbiffe (11 €) non è robetta secca, o nervo sodo, ma un cuore rosso immerso in mezzo dito di sugaglia.

Dal 1963 La Casalinga è il punto di riferimento del quartiere di Santo Spirito, con un menu che è rimasto praticamente lo stesso: minestre, bolliti, ariste, pollastrine.

I fiorentini vi relegheranno in fondo alla fila –è uno dei fatti della vita e non vale la pena protestare– ma in compenso avrete modo di gustare un pezzo di toscanità mica male.

Al Magazzino, affacciato su una minuscola piazza molto vitale, a due passi dal Ponte Vecchio, il sapore del lampredotto, della trippa e in genere della cucina di strada fiorentina diventa più delicato e leggero, ripulito dagli eccessi di sale e condimento.

Stabili nel menu di Luca Cai alcune proposte decisamente appetibili tra cui le polpette di lampredotto (6 €), delicate e leggere, i ravioli di lampredotto con salsa di cipolla (13 €), dal sapore intenso ed equilibrato.

Da provare la tagliata di manzo fritta con acciugata (20 €). Adeguata la carta dei vini. Ambiente semplice e toscaneggiante.

Verace trattoria a pochi passi da Santa Croce, purtroppo troppo spesso presa d’assalto dai turisti.

Pareti di legno come un tempo, fiasco con del rosso di Montespertoli a ogni tavolo, vino a consumo, botti e tegole, cucina a vista, madia per tagliare il pane, tavolini stretti e un volume sempre piuttosto alto compongono la cornice di un pranzo toscano doc.

Scegliete crostino nero (ai fegatini) o col lardo (4 €), una cremosa ribollita (8 €), la trippa alla fiorentina mantecata alla perfezione (10 €). Se siete stomaci forti buttatevi nei pici all’aglione (12 €).

Non osate pagare con carta  perché sarete fulminati. 

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