Weekend a Istanbul: cosa vedere nella parte europea - Imperial Eco Watch

2022-10-12 10:20:05 By : Mr. Zhongbin Shen

Istanbul è una di quelle città che per visitarla non basterebbe una vita . E sarebbe una vita spesa bene, perché ha tanta di quella storia, cultura e bellezza da offrire, che è impossibile non amarla. È l’unica città al mondo a cavallo fra due continenti . È lo stretto del Bosforo a dividerla in due parti, europea e asiatica , unendo a sua volta le acque del Mar Nero e del Mar di Marmara. All’imbocco dello stretto c’è il Corno d’Oro , un estuario da sempre porto naturale per navi e imbarcazioni provenienti da ogni dove.

Proprio questa posizione geografica così strategica ha giocato un ruolo fondamentale nella storia millenaria di Istanbul. Chiamata prima Bisanzio e poi Costantinopoli, è stata la capitale di imperi come quello romano, bizantino e ottomano. Ognuno ha lasciato la propria impronta indelebile con monumenti, luoghi di culto e palazzi di incredibile bellezza.

Istanbul è oggi una città piena di energia che ha costruito la sua modernità su strati e strati di civiltà passate. La storia si respira a ogni passo, come a Roma e Atene. E nei secoli ha creato uno stupendo mosaico multiculturale . Moschee, chiese e sinagoghe convivono fianco a fianco.

Città più grande della Turchia, Istanbul è capitale non di fatto ma sicuramente di cuore. Ed è immensa. Parliamo di 5.000 chilometri quadrati in cui vivono quasi 16 milioni di persone . Un territorio vastissimo in cui è difficile scegliere cosa visitare, soprattutto se si ha solo un weekend a disposizione. Vi aiutiamo noi.

Chi visita Istanbul per la prima volta, la maggior parte del tempo lo passa nella parte europea . Pur essendo la “meno” ottomana delle due, è quella che conserva la maggior parte della ricchezza culturale. Qui infatti si trova la Penisola Storica , il triangolo di terra bagnato dal Mar di Marmara, dal Corno d’Oro e difeso dalle antiche mura cittadine. E il cuore pulsante batte nel quartiere di Sultanahmet .

Le aree storiche sono Patrimonio Unesco : “L’eccezionale valore universale di Istanbul risiede nella sua integrazione unica di capolavori architettonici che riflettono l’incontro tra Europa e Asia nel corso di molti secoli, e nel suo incomparabile skyline formato dal genio creativo degli architetti bizantini e ottomani” dice il sito. Un doveroso riconoscimento va a Mimar Sinan , architetto che visse quasi cent’anni nell’epoca d’oro fra il 1400 e il 1500. Si occupò della costruzione e la supervisione di tutti gli edifici più importanti dell’Impero ottomano.

Imperdibili sono Ayasofya : nei suoi 1.500 anni è stata chiesa cristiana, poi moschea, poi museo e da poco di nuovo moschea. Esattamente di fronte, in un gemellaggio di splendore, c’è la Moschea Blu . E poco distanti, di straordinaria bellezza sono anche la Moschea di Solimano e la Moschea di Rüstem Pascià . Entrambe guardano il quartiere di Eminönü , il cui porto brulicante è centro nevralgico di barche, navi e traghetti. (Un’esperienza di tipico street food che qui si può godere al massimo è il “balık-ekmek”, panino col pesce da gustare in riva al mare.)

Ma oltre a luoghi di culto abbiamo altre perle come l’Ippodromo e Palazzo Topkapı (https://www.millisaraylar.gov.tr/en/saray-kosk-ve-kasirlar/topkapi-sarayi), che si trova sul Promontorio del Serraglio. Residenza dei sultani e centro del governo ottomano, con un’area di 700.000 metri quadri è una città nella città. E ha il potere di catapultare in un antico racconto orientale, fra gli intrighi di eunuchi e concubine.

Infine, la scenografica Cisterna della Basilica (http://yerebatansarnici.com), una grande cisterna sotterranea con centinaia di alte colonne in marmo. Fu commissionata da Giustiniano nel 500 durante l’Impero Romano d’Oriente.

Per entrare davvero nell’atmosfera turca, i bazar sono fondamentali, e Istanbul offre il meglio proprio a Sultanahmet. Sono molto turistici ma imperdibili per cogliere un aspetto fondamentale di questa cultura: il commercio. Qui infatti troviamo uno dei primi centri commerciali della storia, e fra i più grandi al mondo: il Gran Bazar , la cui costruzione iniziò a metà del 1400. Una sessantina di vicoli coperti e infiniti negozi in cui vengono messi in mostra senza sosta prodotti tipici di ogni tipo, dalle ceramiche ai tessuti, dai gioielli ai tappeti. Se si fa attenzione ai piccoli passaggi, si possono scoprire degli “han”, antichi caravanserragli in cui si rifugiavano i viaggiatori col loro seguito di animali e bagagli. Ora ospitano laboratori artigianali. Da non perdere a due minuti a piedi il Bazar del libro (Sahaflar Çarşısı). Un tempo all’interno del Gran Bazar, al posto di manoscritti, libri di religione e filosofia ora vende opere sia nuove che di seconda mano.

Infine, il Bazar delle Spezie , noto anche come Bazar Egiziano e risalente al 1600. Si trova nel quartiere di Eminönü vicino alla Nuova Moschea. Modellato su misura per i turisti, è comunque una tappa imperdibile fra colori e profumi. Oltre alle spezie è possibile acquistare anche dolci, frutta secca, formaggi e altri prodotti tipici.

Da Eminönü, attraversando il ponte di Galata (dove non mancano mai i pescatori) si arriva nel distretto di Beyoğlu. Un tempo era chiamato “Pera”, che significa “l’altra sponda”. Prima di inerpicarvi per le sue strade, ammirate la bellissima vista sulla Penisola Storica, coi minareti che disegnano l’orizzonte. A Beyoğlu approdarono nel 1100 genovesi e veneziani, facendo di questo quartiere il volto occidentale e cosmopolita di Istanbul. A svettare è la Torre di Galata , costruita sempre dai genovesi nel 1300 a scopo difensivo. Coi suoi 70 metri di altezza, era l’edificio più alto della città.

Beyoğlu è cosparso di maestosi consolati, un tempo ambasciate prima che la capitale fosse trasferita ad Ankara. Edifici in stile Art Nouveau possono essere ammirati lungo İstiklal Caddesi , la strada principale e una delle più note di Istanbul. Percorrendola in tutti i suoi tre chilometri di lunghezza si arriva a Taksim Meydanı , la grande piazza simbolo della città moderna.

Se siete già stati a Istanbul e avete visitato il centro storico, Beyoğlu è perfetto per soggiornare. Meno turistico di Sultanahmet, è più genuino e pieno di vita anche dal punto di vista culturale. Il quartiere è famoso infatti per la presenza di gallerie e atelier .

Punta di diamante della vita notturna (insieme a Kadiköy sulla riva asiatica), è ottimo anche per tuffarsi nella vita culinaria fra locali e ristoranti. Da non perdere le “meyhanes”, taverne tradizionali in cui girano per le sale vassoi di “meze”, gli antipasti della cucina turca. Senza contare i bar in cui bere il caffè turco , il rakı (liquore all’anice) o il çay , il tè nero servito nel classico bicchierino a forma di tulipano.

Nonostante siano a un passo dai classici percorsi turistici, difficilmente troverete sulle guide dei riferimenti a Fener e Balat . Ed è meglio così. Questi due antichi quartieri nel distretto di Fatih , abitati rispettivamente da cristiani ed ebrei e poi da immigrati anatolici, vantano un incredibile patrimonio culturale. Nei labirinti di strade sorgono chiese , moschee e sinagoghe addirittura dell’epoca bizantina. Uno dei massimi esempi è la Chiesa di San Salvatore in Chora , da poco convertita in moschea. Eppure, Fener e Balat sono quartieri ancora snobbati dai turisti. Alcune vie stanno diventando sempre più note per via dei social purtroppo, ma addentrandosi nei vicoli la genuinità rimane intatta.

Sono quartieri particolarmente caratteristici e osservanti dal punto di vista religioso, per cui è buona cosa rispettare ancora di più le usanze. Nei vicoli si alternano case in legno dai colori sgargianti , tipiche del periodo ottomano. Alcune sono finemente restaurate, altre fatiscenti, in mix di bellezza e degrado lontano dai percorsi patinati, ma di sicuro molto più autentico. Immancabili i panni e tappeti stesi al sole, e i bambini che giocano a calcio per le vie che si inerpicano su per i colli. Immagini che rimandano a famose fotografie ma che, almeno questa volta, non sono solo stereotipi ma attimi di realtà quotidiana.

Non è facile incontrare qualcuno che parli inglese per chiedere informazioni ma, detto questo, Fener e Balat sono visitabili senza problemi. In caso ci si perdesse, basta scendere in direzione del mare.

Un soggiorno a Istanbul non è completo senza un’escursione in barca sullo stretto del Bosforo. Le sue rive offrono un mix di passato e presente, fra palazzi di marmo e piccoli villaggi di pescatori. Istanbul è famosa per le eleganti residenze di legno , dette “yalıs”, costruite lungo le rive dello stretto. Ma non solo. Si possono ammirare Palazzo Dolmabahçe in stile europeo e Palazzo Yıldız , entrambi residenze di sultani ottomani. Palazzo Çırağan , ristrutturato verso la fine del 1800, è oggi un hotel di lusso.

Se si ha tempo, bisognerebbe fare una tappa a Ortaköy , vivace quartiere sulla sponda europea (il ponte Boğaziçi , che lo collega alla parte asiatica, è uno dei ponti sospesi più lunghi del mondo). Qui chiese, moschee e sinagoghe convivono fianco a fianco da centinaia di anni. Per unire sacro e profano, sappiate che i venditori ambulanti di Ortaköy sono rinomati per i loro gustosissimi “kumpir “, patate al forno con una grande varietà di condimenti (formaggio, salsiccia, mais, olive e altro ancora). Un’altra esperienza culinaria da non perdere in questa zona, possibilmente con vista sul Bosforo, è la classica colazione turca . Pasto e momento fondamentale della giornata, si compone di tanti piccoli piatti sia dolci che salati, accompagnati da pane e infinite tazze di tè. “Serpme kahvaltı”, il menù fisso, è un modo tipico per godersi la colazione per lunghe ore, proprio alla maniera turca.

I turisti hanno a disposizione una ricca offerta di escursioni in barca sul Bosforo, che partono regolarmente da Eminönü. Altrimenti se avete tempo, potete optare per un’opzione decisamente più “local”: spostarvi sui traghetti che ogni giorno trasportano gli istanbulioti da una zona all’altra della città. O meglio ancora, come solo qui succede, da un continente all’altro .

Quando mi dicono di descrivermi in poche parole, racconto sempre questa cosa perché è proprio ciò che sono: quando mi capita di fermarmi davanti a un negozio per ammirare in vetrina un bellissimo vestito, o un bel paio di stivali, mi chiedo "Che biglietto aereo potrei comprare con la stessa cifra?". Investo tutto quello che ho nei viaggi perché sono la mia linfa, e da molti anni lo faccio in solitaria (se escludiamo la presenza della macchina fotografica e di un buon libro). Trovo sia un'esperienza che va provata almeno una volta nella vita e la consiglio vivamente. Proprio per questo ho aperto il blog www.prontechesiviaggia.com dedicato alle donne che, come me, vanno alla scoperta del mondo in compagnia di se stesse. Con una predilezione per il Sud-Est asiatico, dove ho viaggiato zaino in spalla libera e selvaggia, mi sono fatta travolgere dall'adrenalina di New York, ultimamente tramite una community ho lavorato in cambio di vitto e alloggio in vari Paesi europei, e non vedo l'ora di scoprire il Centro e il Sud America. Detto questo, sono una giornalista freelance milanese (non imbruttita) con la curiosità della donna gemelli e il gene dei viaggi dell'ascendente sagittario. Mi sono laureata in lingue e letterature straniere e ho sempre vissuto la scrittura come qualcosa di meravigliosamente liberatorio. Sono una portatrice sana di entusiasmo, amo libri e film che raccontano i tormenti dell'anima, e difendo strenuamente il piacere delle piccole cose.

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