Perse la vita precipitando da un terrazzo, chiesto il processo per due imprenditori edili e un tecnico - Zonalocale

2022-10-09 18:00:04 By : Mr. Steven Chen

SAN SALVO – A conclusione delle indagini preliminari per la tragica morte bianca, a soli 59 anni, di Nicola Di Biase di San Salvo, precipitato l’11 novembre 2020 mentre era al lavoro su un terrazzo a svariati metri di altezza, il Pubblico Ministero della Procura di Vasto, dottor Giampiero Di Florio, ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori edili e un professionista a cui erano stati affidati i lavori di ripristino e rifacimento delle facciate di un condominio.

Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Vasto dottor Fabrizio Pasquale ha fissato al 15 settembre 2022, alle ore 9, l’udienza preliminare del processo.

Il Pm di Vasto inizialmente titolare del fascicolo, il dottor Michele Pecoraro, per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità dell’infortunio, avvenuto alle 13.14, e di cui non vi erano testimoni, ha disposto due accertamenti tecnici irripetibili. Innanzitutto, l’autopsia sulla salma della vittima che, dopo il tragico volo e l’allarme al 118, è stata trasportata in eliambulanza in condizioni disperate all’ospedale Santo Spirito di Pescara, dove Ã¨ deceduta poche ore dopo. 

La perizia, affidata al professor Cristian D’Ovidio e a cui ha partecipato anche il medico legale dottor Pierpaolo Lungano messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari del lavoratore si sono affidati, ha escluso che il lavoratore sia stato colto da un malore, accertando e confermando che il decesso Ã¨ stato dovuto ai gravissimi “politraumi da precipitazione”, cioè per la caduta, tra cui un gravissimo trauma toracico, fratture multiple come quelle al bacino ed emorragie e lesioni agli organi interni. Il magistrato, oltre ad aver acquisito e vagliato tutti gli atti d’indagine degli ispettori dello Spsal dell’Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti, ha anche affidato all’ingegner Marco Colagrossi una perizia tecnica per ricostruire nel dettaglio le modalità dell’evento e il consulente ha potuto utilizzare anche le immagini di una telecamera di video sorveglianza del condominio vicino acquisite dai carabinieri di San Salvo da cui si poteva intravvedere la caduta di una “sagoma”, quella del povero Di Biase, alle 13.13 e 52 secondi. Il perito ha concluso che la caduta sarebbe avvenuta dalla parte del “terrazzo privo di protezioni” nei pressi del lato ovest del castello di salita dell’impalcatura, da un’altezza di 4-5 metri.

Sulla scorta di tutti gli elementi assunti, il Procuratore ha chiesto e ottenuto l’archiviazione del procedimento per due degli iniziali cinque indagati, l’amministratore condominiale, comproprietario del fabbricato e committente dei lavori, e la legale rappresentante dell’impresa che aveva fornito e allestito il ponteggio metallico, non ravvisando a loro carico responsabilità penalmente rilevanti sostenibili in giudizio. Ma ha invece ritenuto acclarate le gravi responsabilità degli altri tre indagati, che dovranno rispondere del reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche, “per aver causato la morte di Di Biase per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché per colpa specifica consistita (appunto) nella violazione delle norme che tutelano la salute e la sicurezza nei luoghi dei lavoro” scrive il Pm nella sua richiesta di processo.

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SAN SALVO – A conclusione delle indagini preliminari per la tragica morte bianca, a soli 59 anni, di Nicola Di Biase di San Salvo, precipitato l’11 novembre 2020 mentre era al lavoro su un terrazzo a svariati metri di altezza, il Pubblico Ministero della Procura di Vasto, dottor Giampiero Di Florio, ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori edili e un professionista a cui erano stati affidati i lavori di ripristino e rifacimento delle facciate di un condominio.

Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Vasto dottor Fabrizio Pasquale ha fissato al 15 settembre 2022, alle ore 9, l’udienza preliminare del processo.

Il Pm di Vasto inizialmente titolare del fascicolo, il dottor Michele Pecoraro, per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità dell’infortunio, avvenuto alle 13.14, e di cui non vi erano testimoni, ha disposto due accertamenti tecnici irripetibili. Innanzitutto, l’autopsia sulla salma della vittima che, dopo il tragico volo e l’allarme al 118, è stata trasportata in eliambulanza in condizioni disperate all’ospedale Santo Spirito di Pescara, dove Ã¨ deceduta poche ore dopo. 

La perizia, affidata al professor Cristian D’Ovidio e a cui ha partecipato anche il medico legale dottor Pierpaolo Lungano messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari del lavoratore si sono affidati, ha escluso che il lavoratore sia stato colto da un malore, accertando e confermando che il decesso Ã¨ stato dovuto ai gravissimi “politraumi da precipitazione”, cioè per la caduta, tra cui un gravissimo trauma toracico, fratture multiple come quelle al bacino ed emorragie e lesioni agli organi interni. Il magistrato, oltre ad aver acquisito e vagliato tutti gli atti d’indagine degli ispettori dello Spsal dell’Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti, ha anche affidato all’ingegner Marco Colagrossi una perizia tecnica per ricostruire nel dettaglio le modalità dell’evento e il consulente ha potuto utilizzare anche le immagini di una telecamera di video sorveglianza del condominio vicino acquisite dai carabinieri di San Salvo da cui si poteva intravvedere la caduta di una “sagoma”, quella del povero Di Biase, alle 13.13 e 52 secondi. Il perito ha concluso che la caduta sarebbe avvenuta dalla parte del “terrazzo privo di protezioni” nei pressi del lato ovest del castello di salita dell’impalcatura, da un’altezza di 4-5 metri.

Sulla scorta di tutti gli elementi assunti, il Procuratore ha chiesto e ottenuto l’archiviazione del procedimento per due degli iniziali cinque indagati, l’amministratore condominiale, comproprietario del fabbricato e committente dei lavori, e la legale rappresentante dell’impresa che aveva fornito e allestito il ponteggio metallico, non ravvisando a loro carico responsabilità penalmente rilevanti sostenibili in giudizio. Ma ha invece ritenuto acclarate le gravi responsabilità degli altri tre indagati, che dovranno rispondere del reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche, “per aver causato la morte di Di Biase per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché per colpa specifica consistita (appunto) nella violazione delle norme che tutelano la salute e la sicurezza nei luoghi dei lavoro” scrive il Pm nella sua richiesta di processo.

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