"Vedere Venezia": immortali ritratti della capitale del mondo tra Medioevo e Rinascimento - BergamoNews

2022-10-08 17:47:16 By : Ms. Hope Guo

Il Museo delle storie di Bergamo, insieme al Comune di Bergamo e alla Biblioteca Civica Angelo Mai, rinnova con questa mostra – “una mostra da visitare con lentezza” - una “preziosa collaborazione tra pubblico e privato sul piano che valorizza l’identità della città”

Bergamo. Guardare Venezia con gli occhi dei contemporanei che l’hanno ritratta tra XV e XVI secolo. Questa è l’affascinante esperienza offerta dalla mostra “Vedere Venezia – ritratto di una città tra Medioevo e Rinascimento”, che apre al pubblico in Palazzo del Podestà dall’8 ottobre e resterà allestita tra le sale del Museo del Cinquecento fino al 22 gennaio.

Chi la conosce sa che, al di là del mito di eterna decadenza della meravigliosa città sull’acqua, Venezia è anche oggi una città viva, mai statica, mai piatta o lineare, e che la sua natura “scorrevole” e multidimensionale è iscritta nella sua forma. Una forma che è stata indagata nei secoli da infinite prospettive, nel tentativo, sempre un po’ illusorio, di fermare sulla carta quel labirinto liquido, vertiginoso e specchiante di architetture, campielli, sotoporteghi, fondamenta, in cui l’occhio s’incanta e l’orientamento facilmente si perde.

La classica forma di pesce, o di cigno col capo ripiegato, stampata su qualsiasi carta turistica di chi si muove oggi in laguna, è l’icona semplificata di una realtà multiforme, intricata e intrigante. Che ha conosciuto nella rappresentazione una storia complessa, declinata nei secoli in carte di impareggiabile suggestione. Di queste carte d’età moderna ne sono esposte 14 nella mostra “Vedere Venezia”, che corrispondono ad altrettanti ritratti della città di San Marco, unici nella loro rarità e preziosità.

Seguiamo così nelle quattro sezioni tematiche l’evoluzione di questa iconografia, che si rinnova parallelamente sul piano tecnico e qualitativo, con risultati di eccezionale seduzione visiva. Partiamo dalle prime anonime raffigurazioni stilizzate e bidimensionali, per arrivare alle grandiose piante prospettiche realizzate da cartografi di fama, in cui il tessuto urbanistico è riconoscibile fin nelle sue architetture.

L’idea di città prende forma nel portolano manoscritto quattrocentesco di cui Maria Elisabetta Manca, direttrice della Biblioteca Mai, evidenzia l’originalità dell’immagine dipinta nel margine inferiore, con l’ “emozionante veduta da Nord di Venezia in un esempio ante litteram di integrazione tra testo e immagine”.

Venezia di profilo è il titolo della seconda sezione in cui spicca una carta lunga più di un metro, che illustra la tappa veneziana del viaggio di un canonico del nord Europa in cammino verso la Terra Santa: una seducente “visione a scorrimento” della costa veneziana, ripresa probabilmente dalla barca dall’incisore olandese Erhard Reuwich. Uno spazio a sé è dedicato a Venezia 1500 – Venetie MD, video multimediale che anima l’imponente pianta prospettica realizzata da Jacopo de’ Barbari nel 1500, con la vista sopraelevata a volo d’uccello sull’intera città. È allora che per la prima volta Venezia assume quella forma “a pesce” che ha avuto poi tanta fortuna, qui realizzata in una raffinata composizione tra pianta e alzato. Il video, concesso dalla Fondazione MUVE, racconta con efficacia questa straordinaria rivoluzione cartografica che si afferma fin dal XVI secolo. Dimostrano il successo di questo approccio iconico gli otto pezzi esposti nella quarta e ultima sezione della mostra: Venezia dall’alto – tra piante prospettiche, isolari e libri di città. Qui spicca la xilografia di Giovanni Andrea Vavassore, del 1525, dove il ponte di Rialto è ancora in legno ma già si vede la Torre dell’orologio e dove – a saperli trovare – si notano dettagli gustosi, come “tre colonne in marmo in arrivo da Costantinopoli, di cui una è ancora in acqua”, precisa Emilio Moreschi, ex amministratore delegato Fondazione Bergamo nella Storia, appassionato ed esperto di cartografia. È specialmente negli isolari che emerge il ritratto di una città “che ha il mare per mura e per tetto il cielo”, per dirla con l’espressione poetica di Jacopo Filippo Foresti nel suo Supplemento de le Chroniche del 1491.

Dopo la mostra “Quando l’Italia disegnava il mondo” del 2016 e “È la stampa, bellezza” del 2017, il Museo delle storie di Bergamo, insieme al Comune di Bergamo e alla Biblioteca Civica Angelo Mai, rinnova con questa mostra – “una mostra da visitare con lentezza” – una “preziosa collaborazione tra pubblico e privato sul piano che valorizza l’identità della città”, come hanno sottolineato l’assessore Nadia Ghisalberti e il sindaco Giorgio Gori. “Confidiamo che l’esposizione sarà apprezzata sia dal pubblico di specialisti che da un pubblico più ampio” dichiara Roberta Frigeni, direttrice scientifica del Museo delle storie e co-curatrice dell’evento : “Grazie alla cartografia di quegli anni si ingenera un vero e proprio furor geografico, una fame di vedere il mondo e di conoscere l’ecumene in modo scientifico. Per coinvolgere in questa avventura di scoperta il pubblico di oggi abbiamo pensato anche a una serie di conferenze a tema fino a dicembre”.

L’ingresso agli incontri a tema, del 15 ottobre, 19 novembre e 3 dicembre, è gratuito con prenotazione obbligatoria su www.ticketlandia.com.

L’ingresso al Museo e alla mostra (biglietto intero 5 euro, ridotto 3 euro) è gratuito nelle giornate dell’8 e 9 ottobre 2022 in convenzione con BergamoScienza.

Per informazioni: www.museodellestorie.bergamo.it

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